Come ottenere dei prestiti a protestati e cattivi pagatori per lavoratori autonomi e liberi professionisti con partita Iva? Senza la presenza di segnalazioni negative nelle banche dati consultate dalle finanziarie, tali categorie di soggetti potrebbero ricevere un finanziamento senza particolari obiezioni, portando la dichiarazione dei redditi o modello unico a sostegno della propria domanda di prestito, e vedersi erogato un capitale proporzionalmente correlato alla sostenibilità dell’ammortamento: ma la presenza di disguidi finanziari, unita all’assenza di una busta paga che certifichi un reddito certo dimostrabile per erogare una cessione del quinto, rende gli istituti di credito e società finanziarie estremamente diffidenti nel concedere prestiti per cattivi pagatori con partita Iva. Fatta questa necessaria premessa, non bisogna arrendersi: in questa guida proveremo ad illustrare tutte le opzioni possibili e capire come ottenere un finanziamento nonostante la segnalazione di protesti o mancato pagamento di rate di precedenti prestiti.
Cos’è la partita Iva
Per diverse categorie di lavoratori autonomi e liberi professionisti, la partita Iva rappresenta la modalità prevista per erogare fatture ai propri clienti e pagare i contributi previsti per il fisco (la sigla Iva sta per Imposta sul valore aggiunto e si paga su tutti i beni e/o servizi) e la previdenza sociale. Tecnicamente parlando si tratta di
La partita Iva è obbligatoria per tutti i lavoratori autonomi che offrono un bene o servizio senza che sia instaurato un rapporto di lavoro subordinato con il committente, eccetto coloro che hanno un reddito annuale che non supera i 5.000 euro. Possono aprire la partita Iva direttamente i titolari dell’impresa, ma anche delegati, rappresentanti legali del titolare stesso o il commercialista che si occuperà della contabilità dell’impresa.
Quali finanziamenti per lavoratori a partita Iva
Il mercato del credito prospetta una vasta gamma di prestiti per partita Iva destinati ad autonomi e liberi professionisti: ad eccezione della cessione del quinto, che è erogabile solo a pensionati e lavoratori dipendenti con busta paga, per i restanti finanziamenti i richiedenti devono presentare i propri documenti personali e di reddito, e solo in taluni casi si richiede il rafforzamento delle tutele tramite un garante: tuttavia il discorso cambia nel momento in cui si necessita di prestiti per autonomi protestati e cattivi pagatori, per cui tali rafforzamenti nella fase istruttoria risultano essere ineludibili per vedersi erogato un capitale, a meno di non provvedere prima alla cancellazione del protesto e liberarsi così degli ostacoli che impediscono il normale accesso al credito. Ma se non è possibile attendere alle tempistiche previste in questo caso, o non si hanno le possibilità economiche per procedere all’iter di cancellazione che prevede innanzitutto il saldo selle spettanze, oltre agli interessi di mora e le penali, ecco allora come procedere.
Richiedere un prestito con garante
La maniera più semplice di procedere per cercare di ottenere prestiti per protestati e cattivi pagatori lavoratori autonomi e liberi professionisti con partita Iva è presentare in fase di istruttoria la documentazione necessaria per una fideiussione, ovvero un prestito con garante, in cui
Data la natura del finanziamento con l’ausilio di un garante, l’istituto di credito o la società finanziaria per poter concedere il via libera al prestito devono valutare tale garante, molto spesso il congiunto o un familiare stretto del richiedente, secondo due assi cartesiani, ovvero:
- Solidità finanziaria
- Affidabilità creditizia
Questo vuol dire che il garante deve avere un reddito certo, sostenibile, e possibilmente con uno stato patrimoniale più che sufficiente per la restituzione teorica di tutto il capitale e i relativi interessi previsti nell’ammortamento: un via libera privilegiato ce l’hanno indubbiamente i garanti con contratto a tempo indeterminato e relativa busta paga come tutela del credito. Il secondo criterio valutativo riguarda il passato creditizio del garante, il quale non deve risultare protestato o cattivo pagatore negli archivi del circuito bancario come il Crif consultati dagli istituti finanziari, e nemmeno privo di qualsivoglia passato: paradossalmente un garante molto solido economicamente rischia di essere comunque bocciato nel suo ruolo di tutela se non ha mai chiesto prima un finanziamento, giacché il suo essere sconosciuto al sistema non offre garanzie circa la restituzione del debito.
La richiesta di un’assicurazione
Se siete lavoratori autonomi o liberi professionisti con partita Iva, e avete la possibilità di ottenere un credito mediante l’ausilio di un garante, nel valutare i preventivi di prestito dovete tenere conto che oltre al capitale e gli interessi quasi certamente vi verrà chiesto obbligatoriamente anche la sottoscrizione di una polizza assicurativa contro tutti gli eventi che potrebbero pregiudicare la vostra capacità di rimborsare il debito: questa assicurazione incide sul valore del TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale che indica in valore percentuale l’insieme di tutti i costi connessi a un finanziamento, per cui è bene tenere d’occhio quanto sia elevato tale numero. Inoltre va ricordato che
Finanziamento con garanzie reali
I prestiti a protestati autonomi con partita Iva possono richiedere in taluni casi un rafforzamento della propria posizione in fase istruttoria mediante garanzie reali, ovvero beni mobili e immobili che possano essere utilizzati eventualmente dalla banca o finanziaria per riavere indietro quanto erogato in caso di mancato pagamento delle rate di ammortamento. Queste garanzie reali possono pertanto essere
- Un immobile di proprietà attraverso cui porre un’ipoteca
- Beni di valore da offrire in pegno (ad esempio gioielli)
- Rendite economiche e finanziarie che generano profitto
A seconda del valore stimato da questi beni mobili e immobili è possibile ottenere un capitale direttamente proporzionale a quanto offerto in garanzia, ma non tutti gli istituti accettano di erogare prestiti e finanziamenti sotto queste formule, per cui è necessario fare un’accurata ricerca o affidarsi a un consulente finanziario per capire quali effettive possibilità vi sono.
Quanto si può ottenere?
Quando parliamo di prestiti a protestati e cattivi pagatori con partita Iva bisogna partire dalla premessa che già le banche e le finanziarie sono restie ad erogare un capitale, in quanto il rischio insolvenza è troppo elevato, figuriamoci se l’importo richiesto è molto alto. Poi certo molto dipende dal tipo di garanzie offerte: è chiaro che un lavoratore autonomo dai grossi guadagni annuali e con un buon garante ha maggiori possibilità di avere un capitale di importo elevato, ma tendenzialmente si hanno maggiori possibilità con mini prestiti e finanziamenti di piccolo importo. Ogni tipologia di garanzia alternativa ha i suoi pro e contro da questo punto di vista, per cui:
- Con un’ipoteca sull’immobile si possono chiedere solo capitali di grande entità poiché altrimenti sarebbe difficile per la banca potersi rivalere sul bene
- Con il credito su pegno il capitale erogato sarà direttamente corrispondente al valore stimato e alla possibilità di riottenere il capitale tramite un’asta in caso di insolvenza
- Con le rendite su capitali vincolati la somma di denaro che si ottiene sarà proporzionale alla durata temporale del vincolo e al capitale investito
In caso di difficoltà o impossibilità ad ottenere prestiti nelle modalità fin qui descritte, ci si può affidare ai finanziamenti cambializzati, dove invece delle rate classiche si ha a che fare con somme da restituire mediante cambiali.
Il prestito con cambiali
Quando non si hanno dunque altra possibilità di ottenere prestiti a liberi professionisti e autonomi con partita Iva, coloro che hanno subito protesti o sono stati segnalati come cattivi pagatori devono necessariamente affidarsi ai prestiti con cambiali, finanziamenti che prevedono un ammortamento tramite titoli di credito quali tratte o pagherò, in cui
Queste cambiali, per essere considerate valide, devono avere un bollo e necessitano della firma del debitore. I punti di forza del prestito cambiario o cambializzato sono:
- Rapidità di erogazione per protestati e cattivi pagatori
- Ampie possibilità anche per autonomi e liberi professionisti con disguidi
- Posticipo del pagamento della cambiale mediante accordo fra le parti
- Piani di ammortamento personalizzabili fino a un massimo di 10 anni
- Capitale erogabile di norma compreso tra 2.500 e 50.000 euro
Molto importante: pur essendo finanziato da diversi istituti, è bene tenere presente che alcune società finanziarie non erogano prestiti con cambiali a una partita Iva di fresca apertura, ma pretendono che sia già attiva da almeno 2 o 3 anni.
Gli svantaggi del prestito cambializzato
Quando si valuta un preventivo di prestito con cambiali bisogna prendere in considerazione anche una serie di svantaggi che vanno oltre il rischio pignoramento dei beni: gli aspetti critici di questa tipologia di finanziamento sono
- Tasso di interesse più elevato della media
- Costi connessi al finanziamento più esosi
- Polizza di assicurazione sulla vita del richiedente
Tutti questi oneri a carico del richiedente devono essere valutati con attenzione prima di sottoscrivere il contratto e rischiare di ritrovarsi impelagati in ulteriori problematiche finanziarie, se non si ha la possibilità di sostenere il costo complessivo dell’operazione finanziaria. D’altro canto va tenuto in considerazione anche che, se non vi sono altre opportunità di prestiti a protestati e cattivi pagatori per lavoratori autonomi e liberi professionisti con partita Iva, i finanziamenti con cambiali possono rappresentare la sola possibilità fattibile di ottenere del credito in presenza di segnalazioni negative nei registri finanziari.
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