Prestiti per protestati e cattivi pagatori che hanno subito un pignoramento

Non è certo facile ottenere prestiti per protestati e cattivi pagatori che hanno subito un pignoramento, una condizione finanziaria oltre che estremamente spiacevole dal punto di vista personale, anche parecchio complicata dalla prospettiva degli istituti di credito e delle società finanziarie che devono erogare finanziamenti seguendo rigide politiche contro i rischi di insolvenza. Si tratta di una situazione paradossale giacché, se si subisce un pignoramento a causa di un guaio finanziario, il solo modo per rimettersi in piedi è ricevere un prestito personale per ottenere il capitale necessario a risolvere la suddetta problematica. Come fare allora? In questa guida vedremo quali possibili situazioni di prestiti a pignorati si prospettano all’utenza, ben sapendo che, esattamente come per i finanziamenti a protestati e cattivi pagatori, solo davanti a determinate garanzie è possibile accedere al credito tramite i consueti canali finanziari.

Che cos’è un pignoramento?

Prima di vedere in dettaglio come si configurano i prestiti per protestati e cattivi pagatori che sono stati pignorati, conviene specificare che cos’è un pignoramento e cosa comporta d un punto di vista finanziario. Dal punto di vista tecnico, secondo la legislazione italiana, un pignorato è

colui che ha subito un’espropriazione di un bene personale a seguito di un atto formale certificato ed avviato da un ufficiale giudiziario, che individua un bene del debitore  il cui valore possa soddisfare la copertura dell’ammanco economico contratto dal possessore del bene stesso nei confronti di un creditore.

Il pignoramento è la conseguenza finale di chi subisce protesti per assegni bancari o cambiali senza saldare quanto dovuto, l’ultimo atto di un lungo e complesso iter che vede il debitore sempre in grado di poter riparare la propria situazione, e solo davanti alla manifesta impossibilità o incapacità di raggiungere l’obiettivo della copertura del debito contratto viene applicato un pignoramento.

Prestiti a pignorati: quali soluzioni?

Le soluzioni di prestito a pignorati sono esattamente le medesime di quelle per protestati e cattivi pagatori: l’aggravio del pignoramento subito infatti non esclude in automatico l’opportunità di accedere al credito, presentando solide garanzie a sostegno della domanda di finanziamento. Queste garanzie possono essere:

  • Busta paga
  • Cedolino della pensione
  • Garante terzo
  • Altre garanzie alternative

La cessione del quinto per lavoratori dipendenti e pensionati

In presenza di una busta paga con contratto di lavoro a tempo indeterminato, o anche determinato, oppure del cedolino dell’assegno previdenziale per i pensionati, è possibile anche per un pignorato accedere alla cessione del quinto, una particolare forma di prestito personale in cui

la rata mensile di ammortamento viene trattenuta direttamente sullo stipendio o sulla pensione per un importo pari a un quinto del totale, che viene versata direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico alla società finanziaria.

La busta paga e il cedolino della pensione vengono ritenute garanzie sufficienti e dimostrabili tali da non pregiudicare l’erogazione del capitale, anche in presenza di un pignoramento: oltre a non essere richiesta alcuna garanzia ulteriore molte società consentono anche di ottenere un anticipo sul credito erogabile, così chi ha bisogno di liquidità urgente può risolvere immediatamente i propri problemi finanziari. Per richiedere una cessione del quinto basta presentare la documentazione standard:

  • Un documento d’identità valido
  • Il codice fiscale
  • L’ultima busta paga o il cedolino della pensione
  • La Certificazione Unica (ex CUD)

Importo e durata dei finanziamenti ai pignorati

Se accedere alla cessione del quinto avendo una busta paga o godendo di una pensione è abbastanza semplice anche da pignorati, nondimeno potrebbero presentarsi alcune limitazioni circa le condizioni finanziarie applicate: innanzitutto quasi certamente verrà richiesta anche ai lavoratori dipendenti un’assicurazione obbligatoria che tuteli il credito da ogni eventuale rischio come decesso anticipato o perdita d’impiego, e il costo della polizza va ad aggiungersi a quella del finanziamento, che potrebbe avere tassi di interesse più elevati della media. Per quanto riguarda la durata e gli importi richiedibili

i piani di ammortamento per la cessione del quinto sono compresi tra 24 e 120 mesi, e l’importo della rata è ovviamente condizionato dal complesso degli emolumenti percepiti e l’eventuale presenza di altri finanziamenti in corso. Non si hanno notizie specifiche su eventuali differenze tra una cessione del quinto per pignorati rispetto ad utenti privi di segnalazioni negative a proprio carico, ma non possiamo escludere una limitazione degli importi, e anche per la durata, a seconda dello stato finanziario del singolo cliente, per cui si potrebbe ottenere una somma inferiore rispetto a quella richiesta.

Prestito per lavoratori autonomi pignorati

La situazione è certamente più complicata per lavoratori autonomi pignorati, una vasta categoria comprendente commercianti, artigiani imprenditori e liberi professionisti in generale, i quali non hanno una busta paga che possa dimostrare un reddito certo: in normali condizioni basterebbe la dichiarazione dei redditi a testimoniare la capacità di rimborso di un finanziamento, ma quando si tratta di prestiti a cattivi pagatori e protestati molto spesso il solo modo per avere a disposizione una somma di denaro è affidarsi a un garante per una fideiussione. Questo garante è

una persona terza che funge da coobbligato per cui, in caso di mancato rimborso delle rate da parte del titolare principale del finanziamento, interviene in sua vece coprendo l’ammanco. Per ottenere il via libera al finanziamento però questo garante deve possedere un reddito certo e dimostrabile, in grado di assicurare la sostenibilità dell’ammortamento, e soprattutto avere una comprovata affidabilità creditizia, ovvero non risultare iscritto a sua volta nel Registro dei Protesti o quello Crif dei cattivi pagatori, e men che meno ovviamente aver subito un pignoramento.

In assenza di un garante: le forme di tutela alternativa

Chi non può o non vuole richiedere un prestito con garante nel senso che abbiamo descritto nel capitolo precedente, deve gioco forza mettere a disposizione i propri beni materiali e immateriali come forma di garanzia reale a tutela del credito, per sperare di ottenere il via libera al finanziamento. Ovviamente chi subisce pignoramenti di un bene non ha molto da offrire, ma possiamo individuare almeno due possibili soluzioni, che hanno però entrambe delle limitazioni, ovvero

  • Ipoteca su un’immobile
  • Rendita da un capitale vincolato

Vi sono in entrambi pregi e difetti da sottolineare, ammesso che una finanziaria accetti di erogare un prestito a pignorati attraverso queste garanzie a sostengo della domanda: l’ipoteca sull’immobile è una garanzia molto solida, ma solitamente viene accettata da un istituto di credito solo di fronte a un capitale di importo elevato, poiché in caso contrario la banca dovrebbe affrontare un iter lungo e complesso per rivalersi sul bene in presenza di un ammanco sul rimborso, e dalla loro prospettiva non vi è la convenienza.

Avere un conto deposito o un’altra qualsiasi forma di rendita vincolata che genera interessi può essere utilizzata a sostegno della domanda di finanziamento, ed è abbastanza comprensibile che magari non voglia sciogliere il vincolo sul denaro, perché genera profitto e potrebbe non risultare conveniente avere a disposizione il proprio denaro da utilizzare in questo modo. Pertanto è previsto che si possa utilizzare questa rendita come garanzia per ottenere un prestito personale, ma anche in questo caso la banca vuole determinate garanzie: durante la fase istruttoria l’ente finanziatore vorrà avere delle certificazioni che assicurino che il richiedente resterà titolare della suddetta rendita per tutto il periodo necessario a completare l’ammortamento del debito e così restituire il finanziamento ricevuto.

Prestito con cambiali: è possibile per i pignorati?

Di fronte a difficoltà insormontabili di accedere ai canali di credito tradizionali, molte persone trovano una soluzione idonea rivolgendosi a quelle società ed enti finanziari che erogano prestiti con cambiali, ovvero titoli di credito che rispetto alle rate di ammortamento devono essere firmate e rese legali attraverso l’applicazione di un bollo. La caratteristica peculiare di una cambiale invero

è che anche in presenza di una sola tratta non pagata è possibile per il creditore procedere al pignoramento dei beni del debitore, mediante una procedura semplificata che consente di ottenere l’esproprio senza dover passare da una risoluzione del tribunale competente.

Si comprende come per chi abbia già subito un pignoramento il prestito con cambiali susciti legittime perplessità, considerando anche i tassi di interesse molto elevati che vengono applicati solitamente a questa tipologia di finanziamento. Il solo vantaggio del prestito cambializzato o cambiario per un pignorato è che al contrario della rata di ammortamento classica è possibile posticipare il pagamento mettendosi d’accordo con il creditore, per cui se per esempio nel giorno stabilito non si è in grado di onorare la cambiale, chiedendo lo spostamento più in là nel tempo è possibile scongiurare un nuovo pignoramento.

Prestito della speranza

Un’altra soluzione per lavoratori autonomi pignorati, come ad esempio i commercianti, o anche famiglie in situazione di estrema difficoltà, è il cosiddetto prestito della speranza, nata nel 2009 da una collaborazione  tra Conferenza Episcopale Italiana e Associazione Bancaria Italiana, e per cui si possono chiedere maggiori dettagli presso l’ufficio Caritas prossimo alla propria residenza territoriale. Quello che possiamo dire per linee generali è che con il prestito della speranza

si possono ottenere fino a un massimo di 7.500 euro per singoli e famiglie, mentre chi ha un’impresa può arrivare a chiedere fino a 25.000 euro a condizioni agevolate, allo scopo di rilanciare la propria attività, o per una riqualificazione professionale a scopo di reinserimento nel mercato lavorativo dopo un licenziamento. Il finanziamento ha una durata massima di 6 anni, in cui devono essere inclusi anche 12 mesi di pre-ammortamento, e non sono previste penali in caso di estinzione anticipata del prestito.

Conclusioni

Abbiamo potuto vedere come ottenere prestiti per protestati e cattivi pagatori che sono stati pignorati, uno status finanziario che certamente rende piuttosto complicato ma non impossibile l’accesso al credito: per una banca o una finanziaria avere un reddito certo e dimostrabile come la busta paga o il cedolino della pensione rende l’erogazione del capitale assai più semplice potendo offrire un prodotto finanziario come la cessione del quinto, che viene resa disponibile anche a chi ha subito un pignoramento. Per i lavoratori autonomi e più in generale per tutti coloro che non possono presentare una busta paga a sostegno della domanda di finanziamento le difficoltà aumentano, per cui è necessario affidarsi a un garante oppure mettere a disposizione delle garanzie reali affinché si possa ottenere una somma di denaro. Denaro che è vitale per chi ha subito un pignoramento affinché possa uscire da questa situazione, ma che risulta estremamente complicato da ottenere senza alcuna forma di tutela dal rischio insolvibilità agli occhi degli istituti di credito.

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